Problematiche circolatorie degli arti inferiori: trattamenti ed interventi da fare in inverno

Da Medlight soluzioni per eliminare disturbi del sistema vascolare venoso come capillari e vene dilatate

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Per chi soffre di gambe appesantite, caviglie e piedi gonfi, comparsa di vene dilatate e capillari sono i sintomi che accompagnano costantemente chi ha disturbi del sistema vascolare venoso. Queste problematiche spesso peggiorano con il caldo, che porta una maggiore insufficienza venosa. Cosa accade d’inverno? Ne parliamo con il Dr. Stefano Matticari, specialista in Chirurgia Vascolare.

 

Come cambia la condizione di chi soffre di insufficienza venosa in inverno?

Durante la stagione fredda, se da un lato i sintomi da insufficienza venosa possono risultare meno accentuati rispetto alla stagione estiva per una minore vasodilatazione, bisogna considerare che una minore attività fisica ed una continuativa  attività lavorativa in prolungata posizione seduta o, ancor peggio, in posizione eretta, possono incrementare sintomi come senso di pesantezza e/o dolore agli arti inferiori e segni come edema (gonfiore) specie alle caviglie e ai piedi. 

 

Quali sono i trattamenti che si possono effettuare in inverno per preparare le gambe alla primavera e all’estate?

La maggior parte dei trattamenti per correggere l’insufficienza venosa cronica devono essere effettuati proprio nel periodo fra novembre e marzo. Trattamenti come la scleroterapia richiedono l’impiego di una elasto-compressione mediante una calza terapeutica, da indossare per pochi giorni fino a 1-2 settimane, a seconda che si tratti del trattamento di teleangiectasie (capillari) o varici di maggior calibro.  La terapia chirurgica (obliterazione endoluminale con radiofrequenza/laser o il trattamento chirurgico tradizionale mediante stripping), richiede a maggior ragione una compressione postchirurgica di alcune settimane. È facilmente intuibile che indossare una calza elastica terapeutica risulti ben tollerabile nella stagione fredda e sicuramente meno tollerabile  con il caldo.

Inoltre, la vasodilatazione da termoregolazione durante la stagione calda può avere un effetto negativo sul trattamento. In definitiva è proprio nella stagione invernale che si eseguono la maggior parte dei trattamenti. Questo è un messaggio che risulta fondamentale soprattutto per le pazienti che ancora oggi consultano lo specialista immediatamente prima della stagione estiva, quando ormai il trattamento deve essere riprogrammato. Si tenga conto, inoltre, che la scleroterapia necessita di più sedute a distanza di una o più settimane di intervallo. Pertanto, è fondamentale poter programmare per tempo la terapia. 

 

Quali sono le buone pratiche da seguire nel periodo invernale per evitare che l’insufficienza venosa peggiori?

Sicuramente mantenere una costante attività fisica anche nella stagione invernale risulta fondamentale. Bisogna ricordare che il flusso venoso si attiva per la maggior parte con la contrazione muscolare.

La cosiddetta “pompa venosa” va mantenuta il più possibile attiva. A conferma di questo, come esempio conosciuto dalla maggior parte delle persone, è la presenza di edemi declivi nelle persone anziane con ipomobilità e che passano la maggior parte delle ore diurne sedute in poltrona. Questo segno di insufficienza compare anche in assenza di una patologia venosa da ostruzione o da reflusso. Si raccomanda soprattutto la programmazione del trattamento dell’insufficienza venosa nel periodo invernale per ottenere risultati e benefici che saranno evidenti nel tempo. 

 

Per maggiori informazioni chiama in segreteria al numero 055 410180 oppure compila il modulo.

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