Acne: stili di vita e alimentazione, incidono sull’equilibrio della nostra pelle

Tutto quello che devi sapere sul rapporto fra acne e alimentazione, abitudini e lockdown

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Sicuramente il periodo insolito di lockdown che abbiamo vissuto ha portato uno sconvolgimento degli equilibri non solo nelle nostre abitudini quotidiane, nella nostra psiche ma anche nella nostra pelle. Questo per vari motivi:

  • per chi è stato forzatamente costretto ad un vero lockdown (e mi riferisco a chi non ha un giardino o un terrazzo..) la mancata esposizione ai raggi UV ha portato a delle ripercussioni inevitabili: i raggi UV (in dose moderata) hanno un effetto in parte benefico sull’acne perché modulano la secrezione sebacea e hanno anche un effetto battericida. In dosi eccessiva possono favorire l’infiammazione e aumentare le “macchie” cioè le iperpigmentazioni post-infiammatorie. Per cui a molte persone è mancato l’effetto benefico della lieve esposizione primaverile della pelle.
  • Inoltre tutti abbiamo modificato le nostre abitudini alimentari: abbiamo avuto un boom di consumo di dolci, pizza e prodotti da forno. Oggi sappiamo che una dieta ad alto indice glicemico, quindi ricca di carboidrati raffinati porta ad un peggioramento dell’acne per aumento dell’IGF-1 (fattore legato all’insulina) che a sua volta determina un innalzamento del livello degli ormoni responsabili dell’acne
  • Stress psichico della chiusura forzata e delle limitazioni dei rapporti sociali: aumento di adrenalina e ormoni dello stress peggiorano l’acne. C’è stata una tendenza maggiore a stati depressivi-ansiosi che inevitabilmente hanno determinato squilibri ormonali a favore degli ormoni androgeni responsabili dell’acne e aumento della secrezione sebacea con conseguente peggioramento dell’acne.

Gli effetti prolungati dell’uso della mascherina sulla nostra pelle

Le mascherine creano nell’area cutanea coperta un ambiente caldo umido e una minor ossigenazione dei tessuti con conseguente aumento della proliferazione batterica, aumento della produzione di sebo e quindi maggior untuosità. Inoltre il tessuto delle mascherine determina un continuo sfregamento sulla pelle che può essere irritante e favorire l’infiammazione delle lesioni. Sarebbe pertanto da preferire il cotone a contatto della pelle delle persone che hanno problematiche cutanee nell’area della mascherina (acne e non solo: rosacea, dermatite seborroica, etc.).

Acne e alimentazione: quale rapporto esiste?

Negli ultimi anni alla lista degli agenti etiologici capaci di indurre la malattia si sono aggiunti alcuni alimenti. Questa acquisizione, è il risultato di numerose ricerche condotte su casistiche particolarmente significative, ad opera di nutrizionisti e dermatologi. Abbiamo già accennato come una dieta ad alto indice e carico glicemico possa peggiorare l’acne. Questo avviene attraverso vari meccanismi: aumento dell’insulina circolante che fa aumentare un fattore (mTORC) che stimola il recettore per gli androgeni, aumenta la produzione di sebo, stimola la proliferazione dei cheratinociti infundibolari (con ispessimento dei follicoli), aumenta l’infiammazione.
Quindi una dieta ipocalorica, con un basso contenuto di alimenti ad elevato indice e carico glicemico è sicuramente utile a tutti i pazienti con acne, con una particolare indicazione per quei pazienti con profili metabolici alterati, oppure con sindrome dell’ovaio policistico.

Quali gli alimenti da evitare in caso di acne

Oltre agli alimenti ad alto indice glicemico sicuramente il latte e i latticini. Le modalità attraverso le quali il latte (o meglio, un elevato consumo di latte) è in grado di influenzare l’evoluzione della malattia sono state documentate da numerose ricerche che hanno dimostrato nel latte:

  • un’elevata concentrazione di ormoni (estrogeni, progesterone e soprattutto dei droepiandrosterone, 5-α-androstenedione, 5-α-prignanedione, considerati precursori del diidrotestosterone) capaci di influenzare la produzione di sebo;
  • un’elevata concentrazione di IGF-1 (particolarmente consistente se le mucche erano trattate con ormone della crescita bovino ricombinante) protetto dalla digestione enzimatica dalla presenza di numerose proteine di trasporto.
  • Inoltre il latte è in grado di stimolare la produzione endogena di IGF-1. Questo fattore è, come abbiamo già rilevato, capace di determinare sia un’aumentata produzione di sebo, sia l’ipercheratosi del canale infundibolare. La dimostrazione che il latte scremato possegga una più elevata capacità di condizionare l’espressione della malattia è presumibilmente da correlare non tanto al suo contenuto di lipidi, ma alla presenza di numerosi ormoni (soprattutto precursori degli androgeni). Quindi l’assunzione di latte dovrebbe essere ragionevolmente ridotta in quei pazienti che ne fanno un abbondante consumo. Così come il consumo eccessivo di alimenti ad alto indice glicemico, carboidrati raffinati e grassi.

Dieta mediterranea: un regime salutare per la nostra pelle

Da consigliare come regime dietetico salutare anche per l’acne la dieta mediterranea: alimentazione ricca di frutta, verdura e legumi, cereali integrali (basso indice glicemico), pesce (ricco di omega 3 con capacità antinfiammatoria), alimenti ricchi di antiossidanti come il thé verde, secondo certi autori anche uva e vino rosso per il contenuto resveratrolo e alcune spezie come
la curcuma.
Non esiste un alimento “terapeutico” ma un regime alimentare inteso come stile di vita da seguire nel tempo.

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