Melanoma: cos’è, come prevenirlo e come curarlo

Intervista alla Dr.ssa Barbara Giomi, specialista in dermatologia.

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In Italia vengono diagnosticati ogni anno circa 14.000 nuovi casi di melanoma con un trend d’incidenza annuale in costante aumento da anni, e che si assesta ora intorno ad incremento del 3-4 percento rispetto all’anno precedente. All’atto pratico, circa l’1% della popolazione italiana svilupperà un melanoma nel corso della propria vita. Ne parliamo con la Dr.ssa Barbara Giomi, specialista in dermatologia.

 

Foto della Dr.ssa Barbara Giomi

 

Dottoressa Giomi, che cos’è il melanoma?

Il melanoma è un tumore maligno della pelle, molto aggressivo, con forte propensione alle metastasi, che deriva da cellule in grado di produrre melanina, chiamate melanociti. I melanociti compongono i nevi (“nei”), ma si ritrovano anche in zone della nostra pelle non ricoperte da macchie o nei.

 

Quanti tipi di melanoma esistono?

Scolasticamente distinguiamo quattro tipi di melanoma: il primo, il più frequente, è la forma a diffusione superficiale; il secondo, il più temibile, è la variante nodulare. La terza varietà di melanoma si chiama “lentigo maligna”, ed è tipica dell’età anziana e del volto; il quarto tipo, più raro nella nostra etnia, insorge sul palmo della mano o sulla pianta dei piedi ed è detto “melanoma acrale lentigginoso”.

 

Quali sono le cause che portano alla comparsa del melanoma?

Il melanoma, come molti altri tumori dell’organismo, mostra una base genetica predisponente, e quindi un certo grado di ereditarietà e familiarità. Tuttavia, è oggi ormai noto che le scottature solari, in particolare in soggetti giovani di incarnato chiaro, possono determinare un aumento significativo del rischio di sviluppare un melanoma nel corso della vita.

 

Quali sono i segni ed i sintomi che devono farci insospettire?

In una percentuale di casi attorno all’80%, il melanoma esordisce come una nuova macchia della pelle, inizialmente simile ad un neo, che progressivamente si modifica, ovvero aumenta in dimensioni, assume una forma irregolare, si solleva sul piano cutaneo e tardivamente si ulcera e sanguina. Una minor quota di melanomi, invece, insorge in concomitanza di un neo preesistente (parliamo in questi casi di “melanoma su neo”).

Per questi motivi, i segnali di allarme per il paziente adulto sono rappresentati dalla presenza di una macchia di recente insorgenza che mostra nell’arco delle settimane o dei mesi una tendenza alla modificazione, oppure dal cambiamento improvviso di un neo preesistente.

 

La visita dallo specialista: quando farla e con quale cadenza?

La tempistica della visita di controllo/prevenzione dal dermatologo deve essere individualizzata. I pazienti con familiarità per melanoma, un precedente melanoma, oppure con molti nei “irregolari” possono necessitare di controlli ravvicinati (3-6 mesi). Viceversa, i pazienti privi di fattori di rischio personali sono generalmente invitati a farsi controllare annualmente. Per tutti i pazienti resta raccomandato l’autocontrollo periodico, che si dimostra spesso un mezzo molto utile per anticipare questa sfortunata diagnosi e correre efficacemente ai ripari.

 

Come viene diagnosticato un melanoma?

Il melanoma viene in prima battuta individuato per le sue caratteristiche atipiche visibili anche a occhio nudo. Il dermatologo può poi avvalersi del dermatoscopio, uno strumento simile ad una lente di ingrandimento “speciale” che avvalora il sospetto clinico e induce all’asportazione chirurgica della macchia “incriminata”. La diagnosi è confermata dall’istopatologo, che fornisce inoltre le caratteristiche microscopiche del tumore, utili a meglio inquadrare e gestire quello specifico caso di melanoma.

 

Dopo aver diagnosticato un eventuale melanoma, come verrà seguito il paziente?

Il paziente con melanoma verrà seguito in accordo a linee guida standardizzate a livello internazionale. La gravità del caso sarà stabilita dall’analisi di specifici parametri (spessore, ulcerazione, eccetera); di conseguenza il paziente potrà essere sottoposto ad un ulteriore intervento chirurgico detto “allargamento”, oppure anche all’asportazione del cosiddetto “linfonodo sentinella”. A questo seguirà il percorso di follow-up più opportuno per il suo caso. Purtroppo, il melanoma non è sensibile alla radioterapia o alle chemioterapie tradizionali, ma da alcuni anni, per i casi avanzati o metastatici, vengono impiegate terapie immunologiche molto specifiche che stanno dando risultati incoraggianti.

 

Quali mosse possiamo mettere in campo in tema di prevenzione?

Per prevenire l’insorgenza del melanoma dobbiamo evitare tassativamente le scottature: questo significa non solo utilizzare dei fotoprottettori in crema al mare, in montagna e anche in città, ma può anche voler dire evitare di esporsi al sole nelle ore centrali del giorno, o indossare sempre maglietta, occhiali e cappellino, specie se si ha la pelle molto chiara, o si biondi, o con capelli rossi ed efelidi. Ricordiamoci infine che, praticamente unico fra tutti i tumori, il melanoma è visibile sull’esterno del nostro corpo, e anche il paziente che sfortunatamente lo sviluppa può avere un ruolo attivo nell’identificarlo precocemente: non abbassiamo mai la guardia e teniamo sotto controllo la nostra pelle!

 

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